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2018-19 Borsa di studio M. Filippucci e Premio A. Belli

VI Edizione borsa di studio “Massimo Filippucci”
Assegnazione contributo spese per il conseguimento della patente ECDL

XI Edizione del concorso “Premio Anna Belli”
Tema delle poesie: “La mia famiglia”

Lunedì 8 aprile 2019 ha avuto luogo, presso la sala-teatro dell’Istituto “Alberto Sordi” la tradizionale consegna della Borsa di studio “Massimo Filippucci” e del Premio “Anna Belli”.

All’apertura della cerimonia la dirigente scolastica ha comunicato ai genitori la scomparsa recentissima del prof. Alberto Toni, insegnante di Lettere della 3°A, delineando il suo profilo professionale ed umano.
Il prof. Alberto Toni, oltre che insegnante, è stato anche un prolifico poeta e scrittore con decine di pubblicazioni alcune delle quali sono state premiate in concorsi letterari nazionali.
Alcune delle ultime composizioni sono state lette ed interpretate dall’attrice Chiara Bonome presente alla cerimonia.

La borsa di studio “Massimo Filippucci”, intitolata al coniuge scomparso della ex-dirigente scolastico dell’IC A. Sordi, Maria Laura Cannilla (ora in pensione), viene assegnata ogni anno a quattro alunni della scuola, che hanno affiancato, a lusinghieri risultati didattici e comportamentali, lo studio dell’informatica, ottenendo ottimi parametri nella valutazione del corso di propedeutica al conseguimento del patentino europeo (ECDL). nell’ambito di un progetto extracurricolare.
I ragazzi sono stati guidati nell’apprendimento delle tecniche di base dal prof. Simone Colaiacono che ha saputo coinvolgere gli alunni trasmettendo loro competenze e passione per il mondo digitale.
La borsa di studio intende finanziare le lezioni organizzate per la preparazione degli alunni affinché possano superare con successo i sette moduli previsti per sostenere gli esami AICA.

Il Premio “Anna Belli”, in memoria della compianta professoressa della scuola prematuramente scomparsa è stato istituito per desiderio del marito il prof. Giustino Lombardozzi.
Il Premio in denaro viene assegnato ad alunni che abbiano prodotto composizioni in dialetto romanesco su tema predefinito da una Commissione appositamente costituita. Quest’anno il tema era la famiglia, e i ragazzi hanno mostrato molta sensibilità, e a volte anche una buona dose di ironia nel raffigurare i componenti del loro nucleo familiare, fornendoci quadretti caratteristici descritti in una lingua raramente espressa per iscritto.

Abbiamo avuto anche quest’anno l’onore di avere con noi – come membro della giuria del premio, e come ospite della cerimonia – il prof. Marcello Teodonio, presidente del centro Studi “G.G.Belli”, direttore della rivista quadrimestrale di studi belliani “Il 996”, grande conoscitore della poesia romanesca e autore di numerose pubblicazioni sull’argomento.

Sono queste bellissime occasioni per scoprire la gioventù bella e brava che non viene mai valorizzata dai media: i nostri ragazzi dimostrano talenti inaspettati, un’incredibile sensibilità, valori interiori forti e radicati che dovrebbero suggerire a noi adulti una prospettiva positiva e razionalmente ottimista quando parliamo del futuro che troppo spesso appare incerto e fumoso!

La lettura delle poesie vincenti è stata eseguita dall’attrice che ha impreziosito e valorizzato ancor più i bei testi realizzati dai nostri ragazzi.

Gli attestati e i premi sono stati consegnati da Adriana Filippucci e Giustino Lombardozzi mentre l’intermezzo musicale è stato curato dal musicista Andrea Filippucci e dal cantautore Michele Amadori.

ANNA BELLI ha insegnato Lettere nel nostro istituto sin dall’inizio dell’istituzione dell’allora Scuola Media Statale “G.Puccini” di p.zza Gola 64, la cui sede, in precedenza, era una succursale della Scuola Media “Ponte Mammolo”.
Ha dedicato la sua vita all’insegnamento delle materie letterarie con dedizione e passione: una docente innamorata della sua professione e convinta dell’importanza dell’educazione ai valori, da lei trasmessi ai giovani anche attraverso il suo amore per la romanità e in particolare per il dialetto romanesco, che diventa poesia con i grandi Belli, Pascarella, Trilussa.
Pronta ad affrontare le sfide tecnologiche del futuro, è anche stata ideatrice e realizzatrice del primo laboratorio informatico dell'”Alberto Sordi”.
Il Premio a lei intitolato vuole ricordare la sua bella persona e invogliare i nostri ragazzi a esercitare la fantasia anche attraverso l’uso dell’idioma romanesco, che essi usano facilmente in forma orale, ma che diventa, nella forma scritta, difficile da usare, soprattutto se si richiede loro – come è scritto nelle indicazioni del Premio – di focalizzare l’attenzione su un determinato tema e di tradurre in versi il loro libero pensiero.

MASSIMO FILIPPUCCI nasce a Roma il 13 giugno 1947.
Laureatosi in Matematica con un’avveniristica tesi in Informatica, viene assunto alla Siemens presso il laboratorio di ricerca di Monaco di Baviera.
Nel 1973 rientra in Italia, chiamato a lavorare presso l’IBM, dove svolge dapprima il lavoro di sistemista – suo il progetto per realizzare il primo “cervellone” al Ministero dell’Interno per la gestione dei risultati elettorali in tempo reale – per poi diventare dirigente.
La sua professionalità si è attestata negli anni nell’ambito delle telecomunicazioni: in particolare ha curato l’”architettura” di numerose Reti anche di grande complessità, ottenendo lusinghieri riconoscimenti per la sua competenza associata ad uno stile di lavoro molto personale, che teneva in grande conto la necessità di trasmettere la propria esperienza ai più giovani.
E proprio sulle Reti venne chiamato a relazionare nella Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e in quella di Roma “Tor Vergata”, ricevendo lusinghieri apprezzamenti, da docenti e studenti, per l’impostazione data ai suoi interventi che riuscivano ad essere ricchi di informazioni e, insieme, particolarmente accattivanti.
Appassionato del suo lavoro,  generoso e creativo produttore di programmi di Informatica, ha trasmesso a chi lo incontrava messaggi positivi di tenacia e onestà, non dimenticando mai di incoraggiare i giovani a costruirsi un futuro che li vedesse protagonisti attivi e responsabili.
I suoi colleghi più giovani ebbero a dire, quando scelse di lasciare la Società dopo più di trent’anni, che ne avrebbero ricordato, oltre alla grande serietà e competenza professionale, la gentilezza, la generosità, la correttezza, la signorilità dello stile, la disponibilità. Uno di loro scrisse che ne avrebbe rimpianto – e cercato di imitare –  “il meraviglioso modo di lavorare” che aveva costruito giorno dopo giorno.
Di lui si desidera ricordare la figura e la testimonianza, dedicando una borsa di studio agli studenti meritevoli che affrontano con entusiasmo lo studio delle diverse discipline scolastiche e manifestano un comportamento rispettoso e collaborativo con compagni e adulti, curando anche, e con impegno, la propria preparazione nell’ambito dell’Informatica, una competenza che ormai occorre possedere ai massimi livelli per garantirsi un futuro lavorativo migliore.

1° PREMIO

“Mi nonna” 
di Ape Alessandro – 3B Scuola Secondaria

Me rode, me rode assai quanno a li giardini
vedo le nonne tené pé mano li nipotini
e quanno questi le fanno disperà facenno li capricci,
me vie da dijie state boni smettetela con li bisticci,
io la madre de mi padre non l’ho mai conosciuta,
e quella de mi madre a li giardini non mi ci ha mai portato,
da quanno sono nato non mi ha mai parlato,
non mi ha mai accarezzato…..
me vedeva,
le parlavo e non me arrisponnneva,
stavamo abbracciati senza parlà,
passavano li pomeriggi senza giocà,
ma mi nonna con quel suo silenzio
mi ha insegnato a sta con chi è diverso,
che nun c’è bisogno dè parlà e de camminà
per poté amà.
Sei anni fa l’Alzaheimer
ha fatto sonà il timer
me so sentito più solo,
MA NO’ DA TE SENZA PAROLE
HO IMPARATO COS’E’ L’AMORE.

2° PREMIO

“A mi famija”
di Maria Chiara Angelillo – IV A Scuola Primaria

 A mi famija è tutta qua
e mo ve la vojo presentà:
c’è mi padre, mi madre e mi fratello…
Figurateve che gran macello!
Ogni tanto discutemo
e a vorte s’arrendemo
ma poi famo sempre pace
perché fare la guera nun ce piace.
Mi madre me vole fa’ sempre cucinà
mi padre invece solo pedalà.
Ve vojo vede’ io cò l’adolescenza
se c’avrete tutta sta pazienza.
In cor mio io comunque so’ contenta
 de avè sta famija che nun s’accontenta
de damme solo abbracci e ‘nmonno de’ colori
ma de insegnamme a vive con tanti bei valori.

3° PREMIO ex aequo

“A famija mia”
di Francesca Tonelli – 2E  Scuola Secondaria

E’ ‘a Vigilia e c’è er cenone…
E che fai nun l’invitiamo
‘a sta massa de persone?
Quarcheduno è sconosciuto
ma cor mio stesso cognome…
Puro si’ nun so da ndo’ è sbucato
sta per certo che me chiede
si ho trovato er fidanzato!
Vabbe’! Poi ce so’ i soliti:
chi tonto, chi cocciuto,
la zitella e er disperato
e puro l’imbucato
dell’ultimo minuto;
chi sta “a dieta” da n’annata
ma ‘a sedia l’ha sfonnata
perché magna co’ l’imbuto.
Gnente è perfetto, gnente è regolare
Drentro sta famija…
Ma si voi giudicà,
a statte zitto nun fai male
che questa è robba mia
E si ‘na critica li tocca
devi usci’ da la mia bocca.
Perché ‘na  cosa io ho capito
de ‘sta strana caterva de persone:
che je vojo tanto bene,
senza manco na raggione!

3° PREMIO ex aequo

“A pioggia”
di  Santulli, Pintus, Di Loreto, Manfredi – 1G  Scuola Secondaria

Stammatina me so’ svejiata
cor temporale e ‘na grandinata.
Me so’ dovuta tristemente arza’
p’anda’ a scola a studia’.
Mentre uscivo dal portone
m’ha beccato ‘no sgrullone,
me s’è rotto pure o ‘mbrello
e me so’ coperta cor cappello.
‘A Nomentana s’è allagata
e com’ar solito è tutta boccata.
Tutta l’acqua addosso me cola
quann’arrivo a Piazza Gola.
A’na certa è sbucato n’arcobaleno
e finalmente è tornato ‘er sereno,
così so’ entrata dentro scola
e finalmente ‘a mattina vola.

4° PREMIO ex aequo

“Er tempo nostro”
di Flavia Moccaldi 2E – Scuola Secondaria

Quanno semo nati
già eravamo affaticati:
continuavamo a dì “C’è tempo!”
e alla fine oggi semo dei grandi perditempo.
Ogni giorno dovremmo dire “E’ tardi!”
e corere veloci verso i nostri traguardi.
Se ner futuro volemo esse’ ricordati
dovemo compie’ der bene e saremo beati!
Er tempo infatti nun va misurato in ore, ma in azioni
e nun è mai troppo tardi pe’ compie’ le giuste trasformazioni.
Er tempo scorre veloce
e ce po’ pure esse’ quarcosa de crecoce!
E pensando a ‘sta prof me so’ domannata:
“Perché, seppur scomparsa, nun se n’è mai annata?
Sarà solo pe’ i suoi ritornelli
che è ancora qua con noi la prof.ssa Anna Belli?
Credo piuttosto che sia stato
pe’  tutto quello che all’artri ha donato,
che nessun tempo potrà mai cancellare
ma solo aiutacce a ricorsare!

4° PREMIO ex aequo

“La mejo famiglia”
di Giulia Pupino 2E – Scuola Secondaria

La mejo famiglia
Quer sant’omo de mi’ padre,
tutto er giorno a predicà:
Nun fa’ quello
Nun fa’ questo
Ma qua dentro, che se po’ fa?
Non se po’ sempre studià!
Ce vo pure un po’ de passo,
‘na risata, un po’ de chiasso!
Nun parliamo de mi madre,
che stà sempre a lavorà pe’ noi!
E nun parlamo nemmeno dei fratelli:
…sì boni, pure quelli!
La famiglia mia è un poco strana.
Io ce soffro le mie pene
ma je vojo sempre un sacco di bene!